OMOCISTEINA, PEGGIO DEL COLESTEROLO

 

 

Non è solo il colesterolo a costituire un pericolo per il cuore. L’omocisteina (una molecola naturalmente presente nel nostro corpo) costituisce una minaccia forse ancora più importante perché agisce in maniera indipendente dalla presenza di altri fattori di rischio, quali potrebbero essere l’obesità e il colesterolo elevato. Ciò espone anche i soggetti magri a rischio di sperimentare un evento cardiaco.

Cosa fare? Molti erroneamente pensano che si debbano ridurre la carne e i prodotti animali in genere.  È un errore. L’assunzione di proteine si è dimostrata inversamente correlata con le concentrazioni di omocisteina nel sangue. Le popolazioni carnivore hanno infatti concentrazioni più basse. Ciò conferma la possibilità di un’azione cardioprotettiva da parte della carne.

 

PIÙ CARNE = MENO OMOCISTEINA = MENO EVENTI CARDIOVASCOLARI


La dieta per l’omocisteina alta deve comprendere adeguati livelli di folati, vitamina B12, B6, B2 e zinco.

 

Quindi carne e uova per zinco, B6 e B12, latte per la B2 e poi naturalmente vegetali per i folati. Contrariamente a quello che si pensa, l’omocistenina si alza potenzialmente con più facilità nei vegani.

 

Questo potrebbe spiegare il cosiddetto “paradosso asiatico”, ossia un’incidenza relativamente alta di eventi cardiaci, malgrado i bassi livelli di colesterolo LDL e la bassa prevalenza dell’obesità, in vegetariani dell’India che consumano una dieta alta in carboidrati raffinati (riso) e relativamente povera in proteine animali. Paradossalmente, infatti, l'omocisteina si alza anche di più con una dieta vegana (1, 2, 3, 4, 5, 6).

 

Una nota sull'eventuale integrazione: non è tanto l'acido folico a dover essere supplementato, quanto i folati nella forma metilata. Mediamente dosi da 400 mcg (e non botte da 5 mg che corrisponderebbero a 5000 mcg); questo perché i folati sono dei modulatori epigenetici, cioè sono elementi che modulano il nostro DNA e quindi non possono essere assunti a dosi sconsiderate. Un risvolto negato potrebbe ad esempio essere l'inibizione delle cellune NK (natural killer), coinvolte tra le altre cose nelle difese antitumorali.

 

L’omocisteina elevata comporta anche un maggior rischio di tumore al colon. Ma questo non vuol dire che la carne faccia male. Il vero problema è che noi onnivori mangiamo sempre meno frutta e verdura. Questo può spiegare perché chi consuma meno delle cinque porzioni raccomandate di frutta e verdura, se confrontato con coloro che hanno assunzioni più alte, presenta un’incidenza circa doppia di molti tipi di cancro. Ma di nuovo questo non significa che i prodotti animali facciano male.

 

Anche un cardiopatico può tranquillamente mangiare carne. E invece capitano quei campioni in studio che mangiano il cornetto a colazione e ti dicono che vogliono evitare la carne perché hanno letto che "fa male". Un cardiopatico sovrappeso e inattivo che faccia la spola tra poltrona dell’ufficio e divano di casa, invece di pensare a sciocchezze come evitare la carne, deve per prima cosa calare di peso. E si cala di peso muovendosi e con una dieta che comprenda in maniera varia ed equilibrata tutti gli alimenti “sani” (non il cornetto, ovviamente) del proprio ambiente.

 

Fate i pazienti, non i terapeuti. Cosa ci andate a fare da un nutrizionista se già in partenza volete fare l’opposto di quello che vi si consiglia? Trovatevene uno che vi assecondi come i pazzi.

 

BIBLIOGRAFIA


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