Black

 

 

E così ti trovi in spiaggia, circondato da persone che pensano di essere dei fenomeni. A un certo punto arriva il “diverso”, il vucumpra’, il marocchino, quello che ogni volta mi chiedo per quale strana ragione rida sempre invece di bestemmiare senza soluzione di continuità.


Vabbe’, fatto sta che i fenomeni decidono che sia giunto il momento di mettere in mostra le loro doti migliori e passano a interpretare il copione. Allora una starnazza come un’oca, una gesticola come una bambina di cinque anni, un altro libera una battutina demenziale dietro l’altra. 


Uno spettacolo deprimente. Io vorrei sprofondare sotto la sabbia. Ma quando il “negro” inizia a rispondere provo un’ebbrezza indescrivibile.


Prima uccide una bianca che lo ammorbava di domande sul perché della sua poligamia. E le spiega che non tutti gli esseri umani hanno la stessa cultura, ci sono etnie che concepiscono la monogamia mentre per altre è normale che l’uomo abbia più donne. 


Poi ne stronca un’altra che diceva di conoscere il francese, ma che non andava oltre il “Je” (peraltro sbagliato nel contesto della frase che provava a bofonchiare). 


Infine, chiede ai presenti di leggere il suo nome sulla tessera sanitaria, e nessuno (prima che la carta arrivasse al sottoscritto, ci tengo a dirlo) si dimostra capace.


Fantastico, una lezione memorabile. 


Credevi di cacciare, ma adesso… il negro sei tu.

 

 

 

 

 

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