Carb rinse

 

 

Avrete sicuramente visto alcuni giocatori bere da una bottiglietta per poi sputarne il contenuto. C’è una motivazione dietro.

 

Il liquido zuccherino che entra in contatto con la cavità orale è in grado di far arrivare al cervello il segnale di presenza dei carboidrati anche senza che questi giungano nello stomaco. In questo modo si riescono ad attivare le aree cerebrali correlate alla motivazione (1), e ciò contribuisce a diminuire la percezione della fatica e ad aumentare l’attenzione dell’atleta (2), che soprattutto nelle fasi finali di una prestazione lunga va calando.

È una tecnica che si utilizza quando le scorte energetiche sono state esaurite. E vi si ricorre con sempre più frequenza perchè, a differenza della tradizionale ingestione di carboidrati o di altre sostanze stimolanti come la caffeina, l'effetto è immediato e non presenta effetti avversi

 

Gli stessi carboidrati, se ingeriti durante lo sforzo e soprattutto se non adeguatamente calibrati, obbligherebbero a digestione e assorbimento, impegnando lo stomaco, appesantendo e sottraendo sangue ed energie ai muscoli impegnati nella

prestazione. 

 

Si chiama “CARB MOUTH RINSE” o risciacquo dei carboidrati. E anche se ce ne si sta accorgendo solo negli ultimi tempi, non è una pratica nuova. Se ne discute dal 2004 (3). 

 

Quali sport ne potrebbero beneficiare?

 

Se guardiamo il tutto in ottica di concentrazione mentale, tutte le attività potrebbero beneficiarne per via del miglioramento delle funzioni cognitive (capacità di attenzione, lucidità, velocità di elaborazione).

 

È consigliabile comunque restare nell'ambito di attività della durata massima di 75 minuti. Al di sopra di questi tempi è bene che il carb-rinse sia combinato strategicamente all’ingestione di carboidrati

 

 

Come utilizzare il risciacquo?

 

La tecnica tradizionale la conoscete tutti: una spruzzata in bocca durante le pause di gioco quando le riserve energetiche cominciano a calare. In questi casi i pasti precedenti sono consumati con regolarità sotto il profilo dei carboidrati.

 

Vi suggerisco un impiego alternativo. Poiché allenarsi senza consumare carboidrati può migliorare gli adattamenti mitocondriali del muscolo (oltre che essere uno stratagemma per ricercare una certa forma di ipertrofia, ossia quella sarcoplasmatica), si potrebbe inserire la tecnica del risciacquo nell’ambito di allenamenti svolti al mattino a digiuno. 

 

Una buona indicazione di partenza è quella di utilizzare la tecnica 10/10: ogni 10 minuti uno sciacquo di 10 secondi con una soluzione di carboidrati (glucosio e maltodestrine al 6% oppure gel di maltodestrine oppure più semplicemente gli energy sport drink che si trovano in commercio). Evitare di bere acqua nei 5 minuti successivi.

 

Si tratta di progressi apparentemente infinitesimali (parliamo di miglioramenti dell'ordine del 3%) ma ad alti livelli possono fare la differenza. E proprio perché sì tratta di elementi di rifinitura sono rivolti ad atleti d'elite, altrimenti si perdono nel mare magnum dell'approssimazione.

 

Non sono questi dettagli a fare un campione, ma il campione è tale perché fa attenzione anche a questi dettagli.

 

 

 

 

Bibliografia

 

1. Chambers et al, J Physiol, 587, 1779-94, 2009

2. Pottier et al, Scand J Med Sci Sports, 20, 105-111, 2010

 
3. Carter and Jeukendrup, Med Sci Sports Exerc, 36, 2107-11, 2004

 

 

 

 

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Commenti: 2
  • #1

    Moreno (sabato, 22 dicembre 2018 15:12)

    Doc, deduco che ''il gusto del dolce'', a prescindere dalla fonte, da' l'input al cervello...
    Il fatto di circoscrivere la durata dello sciacquo a 10 secondi e' legato al non voler stimolare l'insulina?
    Lo stesso principio si potrebbe applicare in un contesto alimentare in cui per esempio mentre si consuma un pasto, fondamentalmente proteico, si consuma anche una bevanda senza zuccheri ma con edulcoranti, per potenziare l' input delle proteine alla produzione di insulina ed amplificarne l'assimilazione?
    Mi viene in mente, soprattutto nel post allenamento, anche l'utilità di usare delle whey con un aroma-dolce piuttosto che dal sapore neutro,appunto per una questione di ottimizzazione dell'assimilazione...

    Come sempre, complimenti per l'articolo !

  • #2

    Giuseppe Musolino (domenica, 23 dicembre 2018 13:10)

    Effettivamente è un argomento di cui avrei voluto parlare sulla pagina Facebook, ma mi sono sempre frenato davanti al pensiero che ciò potesse in qualche modo influenzare il comportamento alimentare di qualcuno.

    Quando si dice che le bevande light facciano ingrassare spesso non si sa cosa si dice. Una bevanda light inserita in un pasto iperglucidico potrebbe fungere da ulteriore stimolo all’insulina, che già sarà presente per via dell’eccesso di carboidrati, e allora il rischio di inviare parte di quegli zuccheri in grasso è concreto. Ma la stessa bevanda abbinata a un pasto solo proteico può aiutare a stimolare l’insulina (anche le stesse proteine la richiamano), che una volta in circolo non troverà zuccheri da mandare in lipogenesi ma solo aminoacidi da stoccare nei muscoli (sempre che ce ne sia la necessità, dunque il tutto è legato anche allo stimolo allenante).

    Di conseguenza, l’aroma delle whey può agire in tal senso (in caso di sole whey, altrimenti se presenti anche carboidrati passa in secondo piano).