Domenico C.

 

 

 

 

Approfitto del caso di Domenico per discutere di una condizione che affligge tantissime persone, anche apparentemente magre. Parlo del gonfiore addominale.

 

Intanto c’è del grasso, soprattutto viscerale, che va ridotto. E lo abbiamo fatto tirando giù 15 chili e 18 centimetri di circonferenza addominale. Ma oltre a ciò, è presente molto probabilmente un disordine intestinale che in molti casi slatentizza altri disturbi come reflusso, difficoltà digestive ecc. Molti scambiano questo per un malessere che ha origine dallo stomaco e provano a metterlo a tacere con i classici antiacidi, con il bicarbonato o con delle semplici tisane. Provo a spiegarvi perché sia sbagliato.

 

L’intestino è popolato da batteri. Da diversi anni si parla di microbiota intestinale. Tra questi batteri ce ne sono alcuni nel tenue particolarmente fermentativi (firmicutes).

 

Questi batteri “cattivi” non dovrebbero essere presenti in grosse quantità nell’intestino. Quando aumentano è segno che qualcosa non va. A quel punto i batteri “cattivi”, se non contrastati da altri tipi di batteri “buoni”, finiscono per farla da padroni e causare sintomatologie varie: meteorismo, gonfiore addominale, dissenteria.

 

Ci sono alcuni alimenti prediletti da questi batteri fermentativi. Sono quelli che vengono raggruppati sotto il nome FODMAP: sono tanti e sarebbe lungo elencarli qui ma facendo una ricerca in rete non è difficile identificarli. Sono alimenti che tendono a fermentare e dunque sono amati da questi batteri, che come processo finale della fermentazione producono metaboliti.

 

Il principale di questi metaboliti è l’acido solfidrico, estremamente irritante. A volte ristagna e causa gonfiore addominale ma, essendo un gas, la sua natura è quella di tendere a uscire tramite le vie superiori. In questo modo passa nello stomaco, causa la sintomatologia tipica della gastrite o del reflusso e finisce per essere scambiato per problema gastrico. E come da prassi si prende l’antiacido. Cosa che non serve perché la condizione origina dall’intestino, non dallo stomaco.

 

Ora, la funzione dello stomaco è quella di predigerire grazie all’acido cloridrico. Se si prende l’antiacido, la predigestione viene compromessa e l’alimento finisce per arrivare indigerito al tenue, dove darà ancora più nutrimento ai batteri fermentativi, i quali produrranno ancora più acido solfidrico, che in un circolo vizioso andrà ad aggravare il problema.

 

Allora:

  1. ridurre alimenti FODMAP per 4-6 settimane
  2. inserire probiotici
  3. inserire integratori utili (es. glutammina e quercitina)
  4. reintrodurre gradualmente FODMAP

 

Ovvio che se lì per lì un po’ di bicarbonato riesce a dare pace alla situazione, niente di male a usarlo come rimedio d’emergenza. Ma una volta ritrovato il sollievo, se è una condizione non occasionale ma radicata, approfondite i punti di cui sopra. 

 

 

 

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