Dr. Giuseppe Musolino

 

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Orecchini, anelli, bracciali: la dieta di un paese sempre più alla deriva.

 

 

                                                                                                                A Massimo

 

 

Chinese democracy

Vedo giallo. Cinesi e banane dappertutto. Non ci bastavano i problemi nostrani, ora ci voleva pure la medicina cinese. Con le sue tecniche di regolazione bioenergetica, con i suoi meridiani energetici, i fotoni, i fononi, i solitoni, i cosoni. Con la sua agopuntura. Che poi di tutto si tratta tranne che di una novità. Già, perché l’agopuntura è cresciuta con noi. È cresciuta col mondo. O forse era qui anche da prima, l’eterno dilemma “uovo-gallina”. Pare che venne inventata ancor prima del fuoco. Non lo so, ad ogni modo io me la ricordo sin da bambino. C’è stato il periodo in cui faceva ricrescere i capelli, quello in cui faceva smettere di fumare, quello in cui guariva l’herpes, il raffreddore, il mal di testa, la “cervicale”, l’aids, la sclerosi multipla, il cancro, l’impotenza. L’agopuntura che toglie i peccati dal mondo. Non potrei più farne a meno, sicuro. E adesso, popolo delle banane, adesso lo sapete dove ce la stanno mettendo l’agopuntura, vero? Adesso sta trionfando… l’agopuntura per dimagrire! No davvero, non potrei immaginare un mondo senza agopuntura.

Ma andiamo per ordine. Come detto, in origine l’agopuntura veniva praticata per curare malesseri vari a diversi livelli. In questa veste, la tecnica prevedeva l’inserimento degli aghi in più parti del corpo: sopra lo sterno, sotto il collo, sopra il petto, sulla pianta dei piedi, sulle cosce, sui glutei, sull’addome. Ma a un certo punto qualcuno pensò: ehi, un momento, ma perché flagellare questa gente?! Si potrebbe ottenere lo stesso risultato (cioè nessuno) proponendo un’agopuntura per il solo lobo dell’orecchio, una parte in fondo già abituata ad essere punta.

E ci si inventò l’auricoloterapia.

 

TELEVOTO

Il dolce tipico siciliano è:

1 la piadina

2 la cassata

 

 

La pulce nell’orecchio

Ma come venne fuori questa storia dell’agopuntura nell’orecchio? Tutto iniziò quando un tale Nogier pensò di testare i vari punti del padiglione auricolare, decidendo autonomamente che questo per la sua forma rappresentasse un feto capovolto, con relativa corrispondenza dei vari punti dell’orecchio agli organi, ai visceri e alle strutture nervose del nostro corpo umano. Pertanto, secondo questa teoria, il nostro corpo sarebbe riprodotto nel padiglione auricolare. Sempre per corrispondenza, i punti dell’orecchio che sono dolorosi alla pressione segnalerebbero uno squilibrio degli organi corrispondenti. E questi squilibri si tratterebbero appunto con l’agopuntura.

Come da questo si sia poi giunti ad affermare che la tecnica potesse anche controllare il senso della fame, resta un mistero. Così come resta un mistero il perchè la problematica dietetica si sia identificata - guarda un po’ - proprio nella parte più “soft” dell’orecchio, il lobo.

Comunque, entrando nello specifico, gli aghi utilizzati sono piccolissimi, lunghi appena un millimetro. Ma per quanto piccoli, sempre aghi restano. Allora si decise di utilizzare un solo “ago pulce”, che veniva lasciato in sede per un certo numero di giorni. Ma poi qualcun altro pensò che si poteva prospettare l’utilizzo di qualcosa meno “terrifico” di un ago, per esempio un semplice orecchino, tanto l’effetto finale è lo stesso (cioè sempre nessuno). Ma restava un problema, gli uomini avrebbero potuto essere riluttanti nel farsi forare le orecchie e andare in giro con gli orecchini. Ecco allora l’idea: si potrebbero utilizzare due magneti da portare solo in determinati momenti della giornata, senza forare alcunché!

E l’agopuntura, coi suoi princìpi e i suoi quattromila anni di onorato servizio, andò a farsi fottere.

 

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Magneti e lumache

Oggi si utilizzano dunque dei magneti, che una volta posizionati sul lobo si staccano da soli nel giro di qualche settimana. È molto probabile che se invece dei magneti ci si appiccicasse una lumaca sul lobo, aspettando che col tempo vada via, i risultati non sarebbero poi molto differenti. Ad ogni modo, la teoria che si avanza è che i magneti avrebbero proprietà vasodilatatoria, che consentirebbe l’aumento della circolazione sanguigna nelle aree adipose (nelle quali è solitamente ridotta) e ciò farebbe sì che il sangue possa reclutare il grasso da queste zone, utilizzandolo quale supporto energetico per l’attività muscolare. E già qui si capisce dunque che all’agopuntura va associato l’esercizio fisico. Non solo, si dice che i magneti avrebbero la funzione di ridurre il senso della fame, rendendo più facile seguire la dieta associata. Quindi, l’agopuntura viene abbinata anche ad un regime ipocalorico. Ma “ipocalorico” non rende l’idea, perché - fallacità del metodo a parte - una dieta ipocalorica potrebbe anche essere stilata in maniera sensata. No, non è questo il caso. La dieta qui non è solo ipocalorica ma anche chetogenica, ossia iperproteica e ipoglucidica, la via più sicura per perdere peso in maniera repentina. Più certa, più veloce, ma anche più “pericolosa” (1, 2, 3, 4, 5, 6). E come si fa a proporre una dieta chetogenica, di per sé molto dura da portare avanti, riducendo le possibilità che il soggetto molli prima di ottenere un calo di peso? Semplice, gli si consente di consumare gli alimenti permessi (cioè le soli fonti proteiche) senza orari e senza limiti di quantità, fino a raggiungere la sazietà.

Una persona di mia conoscenza ci ha rimesso la funzionalità renale, così. Non sto scherzando.

 

TELEVOTO

La capitale d’Italia è:

1 Roma

2 Salvador de bahia

 

 

Mi manda Picone

Ma non è finita. Non sono solo la dieta e l’attività fisica il segreto del successo di queste tecniche. Molti praticano l’agopuntura associando degli integratori che definiscono “naturali”, a base di erbe, ma che vanno acquistati presso una “certa” farmacia che li prepara appositamente. Basta andar lì e dire che si è mandati dal dottor X. A volte questi prodotti contengono effettivamente erbe, il che di per sé non sarebbe questa gran rassicurazione dal momento che tra le erbe rientrano piante come l’iperico, il fucus, la digitale, la belladonna, che proprio innocue non sono. In altri casi, però, in questi preparati possono ritrovarsi associati psicofarmaci, anfetamine o altri anoressanti. Da qui, quegli incredibili cali di peso di oltre venti kg in un mese millantati in giro con estrema leggerezza. Ne parlo con cognizione, dal momento che il fatto mi è stato raccontato da più pazienti. Molte assumevano preparati del cui contenuto non erano a conoscenza, ad altre invece venivano esplicitamente prescritti farmaci. Un esempio per tutti. Diverse donne mi hanno raccontato la loro esperienza di diversi anni fa col Plegine, un’anfetamina oggi ritirata dal commercio. Tutte calarono di peso al tempo e tutte lo ripresero con gli interessi appena smesso il farmaco. Ma ciò che più conta sono le alterazioni psichiche riferite da ognuna. Oltre a togliere la fame, infatti, le anfetamine riducono anche la sensazione di fatica, danno una sensazione di potenza, di euforia, di onnipotenza, di astrazione dalla realtà. Una paziente mi raccontava addirittura che le capitava di ritrovarsi nei posti senza riuscire a ricordare come vi era arrivata.

C’è chi vede disonestà professionale nel cercare di attribuire gli effetti dimagranti all’agopuntura piuttosto che alla dieta o a farmaci del genere. Io vado oltre e mi chiedo: di quale professionalità stiamo parlando, dal momento che tali pratiche vengono spesso condotte da gente che questa professione non dovrebbe, per legge, svolgerla? La domanda resta sempre la stessa: perché tutto ciò è permesso in Italia?

 

SONDAGGIO

Secondo te, a chi è da imputare il crollo del mercato degli integratori?

q Giuseppe I d’Asburgo

q L’uomo ragno

q Bin Laden

q Ercoolone

q Nossò, norrispondo

 

 

Il Qi e… Chiu (salute!)

Secondo la medicina cinese, il corpo umano è attraversato da meridiani, canali invisibili lungo i quali scorre il Qi, ossia l’energia vitale. Lo scopo dell’agopuntura sarebbe quello di stimolare questi meridiani per ristabilire il Qi, e quindi lo stato di benessere. I più importanti sono 7 e prendono il nome del principale organo interno attraverso cui passano: Muladhara, Svadhisthana, Manipura, Anahata, Vishudda, Sahasrara e Franco.

E qui allora dagli orecchini si passa agli anelli. E dalla Cina si passa al Giappone. Già, perché un giapponese di nome Alex Chiu si è inventato gli “Immortality rings”, gli anelli dell’immortalità! Questi anelli sarebbero dotati di una polarità, che garantirebbe appunto la stimolazione dei meridiani in questione. Chi li indossa narra di capacità inenarrabili, doti portentose, benefici incredibili che vanno dalla cura dell’ipertensione a quella della calvizie, della tachicardia, della fatica cronica. C’è chi racconta la scomparsa della febbre, chi decanta sogni più vividi, chi sostiene un miglioramento della vista, chi descrive “una frizzante energia a livello del cuore”, chi è felice di andare di corpo due o tre volte al giorno quando per tutta la vita ci andava una volta sola. Alcuni assicurano addirittura la scomparsa di rughe, brufoli, piaghe o cicatrici. Un tipo scrive: “dopo un intervento al cuore di quattro by-pass avevo delle cicatrici mostruose su tutto il corpo: quella del torace di circa 40 cm è stata la prima a sparire”. Lo stesso Chiu dice che chi usa gli anelli arriverà ad avere un Q.I. eccezionale, pari a 180.

Due cose fondamentali: gli anelli vanno messi solo quando si è sdraiati e solo sui mignoli. Assolutamente, guai a metterli su altre dita. Ma è ancora più importante che venga rispettata la polarità degli anelli. Per esempio, leggete cosa è successo ad un ragazzo che ha indossato gli anelli in senso contrario: “Cosa strana di stanotte. Mi perdo un anello... lo ritrovo ma non faccio caso alla polarità. Dopo un po’ dal naso mi esce un fiotto d’acqua come se uno all’improvviso avesse aperto il rubinetto... Controllo: gli anelli erano messi male!!! Panico... ho sistemato la polarità e il rubinetto si è richiuso”.

E ci si sbigottiva per Wannamarchi…

 

 

Una sola

Ma gli anelli non sono l’unico accessorio. Al pari ci sono i footbraces, una sorta di barra magnetica da infilare alle dita dei piedi, con più o meno le stesse proprietà mirabolanti esposte per gli anelli. E ancora, ci sono gli occhiali per togliere l’appetito: comuni lenti colorate che proietterebbero sulla retina un’immagine che attenua la voglia di mangiare. E poi ci sono i braccialetti in rame. Nati inizialmente per curare le artriti e altri dolori, piano piano si sono evoluti nel tempo, arrivando oggi a far dimagrire. Il tutto consiste nell'indossare per il tempo necessario sei braccialetti di rame (chissà perché poi proprio sei). Il rame dei braccialetti passerebbe nel corpo attraverso la sudorazione, impedendo che il sangue e l’organismo assimilino i grassi… “ecco perché si può mangiare tranquillamente tutto”.

A questo punto un consiglio importante: se dopo un giorno notate bruciori e arrossamento delle parti a contatto col rame, togliete il tutto e desistete da qualsiasi altra prova, potreste essere allergici al rame. Se invece notate un po’ di nero, nessuna paura, siete solo andati in corto.

I braccialetti non vanno tolti nemmeno di notte, altrimenti il tutto non funzionerebbe. È molto importante. Lo dirò una volta sola. Una sola.

 

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I want you

Abbi pietà di noi, non lo vedi che annaspiamo? Grassi, magri, brutti, spennati, sdentati, e vieni qui a parlarci di “una finanziaria leggera, evanescente, incorporea”. Non lo vedi che qui non è rimasto niente da portare via? Mucchi di ossa condannati a rosicchiare giorni di ferie come un topo. Nonno, alza il culo dalla sedia a dondolo e preparati a tornare a combattere, questo paese ha bisogno anche di te. I privilegi costano, e qualcuno deve pur pagare. Io me ne starò qua a fingere di essere pazzo, ma cercate di non fare troppo rumore. A me basta che combattiate le vostre guerre del cazzo lontano quanto basta da qui, stasera c’è il posticipo.

 

 

 

 

 

 

BANANOGRAFIA

1. Hartman AL, Vining EP, Clinical aspects of the ketogenic diet, Epilepsia, 48 (1), 31-42, 2007.

2. Freeman JM, Kossoff EH, Hartman AL, The ketogenic diet: one decade later, Pediatrics, 119 (3), 535-43, 2007.

3. Foster GD et al, A randomized trial of a low-carbohydrate diet for obesity, N Engl J Med, 348, 2082–2090, 2003.

4. Brehm BJ et al, A randomized trial comparing a very low carbohydrate diet and a calorie-restricted low fat diet on body weight and cardiovascular risk factors in healthy women, J Clin Endocrinol Metab, 88, 1617–1623, 2003.

5. Samaha FF et al, A low-carbohydrate as compared with a low-fat diet in severe obesity, N Engl J Med, 348, 2074–2081, 2003.

6. Manninen AH, High-protein weight loss diets and purported adverse effects: where is the evidence?, Sports Nutr Rev J, 1, 45–51, 2004.

 

 

 

Glossa

Visto che “Banana Republic” sta diventando una saga, è opportuno far presente ancora una volta che il tema portante dell'epopea è la presa per i fondelli dell'italicus boccalone. Un infinocchiamento che non conosce limiti.

Waiting for Banana 4...