Masticare e sputare, senza ingerire. È un comportamento adottato con l’intento è di assaporare il cibo senza ingerirne le temutissime calorie.

 

È un’alternativa alla bulimia resa famosa qualche anno fa da Elton John. Più che altro è un’alternativa al vomito che la bulimia si porta dietro. Alcuni non ce la fanno a rimettere e allora trovano in questo metodo un’opzione.

 

Non rientra tra i disturbi alimentari, ma è un comportamento sintomatologico che può accompagnarsi o preludere a questi. Inoltre ci sono dei potenziali rischi che molto spesso chi pratica un’attività del genere sottovaluta. Non bisogna infatti pensare a cosa può succedere nel breve tempo, ma a quello che può accadere sul lungo termine. Perché il pericolo principale è che diventi una dipendenza e come tale si protragga per anni. 

Va tutto bene finché ci si rende conto di non riuscire più a fermarsi. Può capitare che si inizi semplicemente cercando di distrarsi, di calmarsi, di placare emozioni negative (principalmente vergogna). Il corpo probabilmente interpreta questo comportamento come meccanismo di riduzione dello stress o dell’ansia, ed è lì che scatta la dipendenza, fino a diventare parte dell'identità personale di un individuo.

 

Poi ci sono gli effetti sul corpo. Intanto non è vero che il cibo masticato e non inghiottito non venga assimilato: gli zuccheri semplici vengono assorbiti anche a livello buccale.

 

Inoltre, l’assaggio del cibo rilascia enzimi salivari e innesca anche la secrezione di insulina (anche il solo vedere e annusare il cibo può richiamare insulina). 

Questi due fatti (zuccheri assorbiti a livello buccale e rilascio di insulina) possono far ingrassare pur non ingerendo il cibo.

 

Altro svantaggio: l’eccesso di insulina è il peggior incubo di chi è a dieta, perché è un ormone che con le sue fluttuazioni può stimolare l’appetito, facendo sentire una persona sempre affamata.

 

Quando il cibo viene masticato vengono secreti enzimi specifici per la digestione. Se il cibo poi non arriva nello stomaco, l’acido cloridrico (HCl) potrebbe irritare ripetutamente le mucose gastriche predisponendo alla formazione di ulcere.

E per ultimo, ma non meno importante, i denti marciscono. Perché l’acido corrosivo derivante dal lasciare che il cibo masticato sedimenti nella bocca deteriora i denti sotto il bordo gengivale, una condizione molto difficile da riparare. Di nuovo, non pensate al singolo episodio ma al comportamento reiterato per mesi e anni.  Altrettanto comuni sono le infezioni di nervi e mascella.

 

È una condizione che accompagna molte delle stesse paure presenti nell’anoressia e nella bulimia (1).

 

Una persona che mastica e sputa probabilmente nutre paure profonde riguardo al proprio peso e alla propria immagine corporea (2). Queste paure, e tutte le preoccupazioni per la magrezza e la dieta, sono alla base di tutti i disturbi alimentari. La maggior parte di questi strani comportamenti che non si riescono a fermare è spesso il risultato di un evento traumatico accaduto nella vita o l’esposizione a lungo termine a un ambiente negativo durante la crescita. Motivo che sottolinea ancora una volta l'importanza del supporto psicologico per la cura dei disturbi alimentari. 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

  • Aouad P et al, Chew and spit (CHSP) in a large adolescent sample: prevalence, impact on health-related quality of life, and relation to other disordered eating features, Eat Disord, 26;1-14, 2019.
  • Aouad P et al, Chew and Spit (CHSP): An interpretative phenomenological analysis (IPA), Eat Behav, 37, 2020. 

 

 

 

 

 

 

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